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Riportiamo integralmente un articolo datato ma sempre interessante, riguardante i deodoranti casalinghi e i profumatori per ambienti con l'analisi di cinque associazioni dei consumatori europee, pubblicato nel 2004 sul sito www.profumo.it

A tal proposito ricordiamo che La Via dell’Incenso non utilizza MAI additivi chimici nei suoi incensi.


UN TEST ALLARMANTE DI 5 ASSOCIAZIONI EUROPEE DEI CONSUMATORI

 

Pieni di profumi al veleno

SOTTO ACCUSA I DEODORANTI PER INTERNI USATI ANCHE IN ITALIA. INVECE DI RINFRESCARE L’ARlA, L’APPESTANO CON MISTURE PERICOLOSE.

BARBARA CATALDI

Dietro al "profumo di oceano" all’odore di lavanda e di limone in fiore possono nascondersi seri rischi per la salute. I pericoli peggiori naturalmente non derivano dagli effluvi che la natura sprigiona, quanto piuttosto dalle misture chimiche che tentano di scimmiottare fragranze e suggestioni.

deodoranti per interni, per esempio, che spruzziamo, bruciamo sotto forma di candela o facciamo evaporare, convinti di rendere l’aria di casa più gradevole, finiscono coll’appestare l’ambiente con sostanze irritanti, allergeniche, e addirittura cancerogene.

L’allarme arriva dai risultati di un test realizzato da 5 associazioni dei consumatori europee su 76 prodotti di questo genere, in commercio in Italia, Spagna, Francia, Portogallo e Belgio.

Il Beuc (Bureau européen des unions de consommateurs), che rappresenta parte delle associazioni consumatori del Vecchio continente, allertato dai preoccupanti dati emersi dalle analisi, ha già avviato un confronto con la Commissione europea per chiedere di ritirare immediatamente dal mercato i deodoranti casalinghi più pericolosi e rivedere in modo più restrittivo il Reach, il regolamento per la registrazione, valutazione e approvazione delle sostanze chimiche in discussione al Parlamento di Strasburgo.

Intanto oltralpe, dove l’emergenza è scoppiata già da qualche settimana, il mercato ha subito i primi contraccolpi. IL gigante della grande distribuzione Carrefour, per esempio, ha registrato il crollo del 60 per cento nelle vendite di questi prodotti.

Tappatevi il naso

In Italia a mettere il naso nei deodoranti casalinghi in vendita in iper e supermercati è stata l’associazione Altroconsumo. Su 27 prodotti testati, solo 5 hanno superato la prova: gli spray Home fragrance White freesia and grapefruit di Glade e Deo Aromatherapy Limoni in fiore di Grey, i diffusori in gel Crystal’Air design Pur air di Air Wick e Gel deodorante fiorito di 11 Gigante, il diffusore liquido Green Apple di Glade.

L’esame ha coinvolto i deodoranti a rilascio immediato, come aerosol, vaporizzatori e spray, quelli a rilascio lento, come i gel e i liquidi, i diffusori elettrici e le candele profumate. Il risultato è stato decisamente allarmante:

DEODORANTI SPRAY - PEGGIORI

 

MARCHIO

 

PRODOTTO

 

INQUINANTI

 

Glade

 

Essenze di natura "lavanda & violetta"

 

Irritanti,allergeni e sostanze sospette cancerogene

 

Air Wick

 

Rosa bouquet

 

Allergeni e sostanze sospette cancerogene

 

Air Wick

 

Les eaux parfumèes

 "Mandarine & thè vert" 

 

Irritanti, allergeni e sostanze sospette cancerogene

 

Ambi pur

 

Instant perfume Cashmere

 

Irritanti, allergeni, dietilftalato e sostanze sospette cancerogene

 

Glade

 

Muchetto di bosco

 

Irritanti, allergeni e dietilftalati

l’aria della stanza in cui sono stati utilizzati questi prodotti ha rivelato un’alta concentrazione di composti organici volatili inquinanti e cancerogeni. In alcuni casi il cocktail chimico ha superato la soglia di 1.000 mg/m 3. Troppo, se si considera che, secondo le autorità sanitarie Usa, in un ambiente indoor sano non dovrebbe superare i 200 mg/m 3.

Si va da sostanze irritanti per occhi, naso, bocca e gola, come l’acetaldeide, l’acroleina, l’etanolo e il tricloroetilene, a un perturbatore endocrino capace di danneggiare il sistema riproduttivo, il Dep o dietilftalato, dai profumi capaci di scatenare allergie come il D-limonene, il citronellolo e il lilial, classificati come allergeni dalla normativa sui cosmetici, che impone in questi prodotti la segnalazione in etichetta, ai muschi artificiali, sospetti perturbatori endocrini, fino ai micidiali cancerogeni benzene e formaldeide.

Le analisi svolte

"Per realizzare il test, abbiamo utilizzato i deodoranti come avrebbe fatto un consumatore qualunque e poi abbiamo misurato il picco di concentrazione delle sostanze diffuse nell’aria", spiega al Salvagente la dottoressa Claudia Chiozzotto dell’ufficio tecnico di Altroconsumo. E precisa: "Non abbiamo fatto rnanalisi sul prodotto ma solo dell’aria presente nella stanza in cui è avvenuta la prova, perché l’importante era valutare i rischi dei prodotti in fase d’uso".

Ma come è possibile che tanti veleni finiscano in flaconcini o candele destinate a diffondere il loro contenuto in ambienti domestici in cui possono trovarsi, tra l’altro, anche bambini, asmatici, donne incinte o anziani? La risposta è semplice. Non esiste una normativa specifica che regolamenti con rigore cosa può finire dentro questi prodotti e soprattutto che stabilisca una prova d’uso a cui sottoporli prima di metterli in commercio.

I deodoranti per interno, infatti, non sono né cosmetici né detergenti, anche se come questi vanno considerati ormai beni di largo consumo a cui si è esposti anche quotidianamente.

"Non esiste una metodologia standard per eseguire un test d’uso, dal momento che le aziende che li confezionano non l’hanno mai previsto", denuncia Claudia Chiozzotto,"per questa ragione per mettere in piedi la prova abbiamo dovuto allestirla da soli".

Non sorprende, quindi, lo stupore delle aziende nel leggere i dati sulla concentrazione di inquinanti esalati dai loro prodotti. "Probabilmente molte delle sostanze tossiche, come benzene, formaldeide e stirene sono rilasciate dalla plastica delle confezioni", ipotizza la Chiozzotto. "Soprattutto i concentrati potrebbero avere qualità chimiche che intaccano la plastica dei contenitori. Il laboratorio, per esempio, ha testato l’aria tra il tappo e il liquido trovando molte delle sostanze indesiderate. Ciò dimostra che potrebbe esserci un rilascio dal flacone.

Altroconsumo ha già inviato una lettera al ministro della Salute e a quello delle Attività produttive chiedendo di ritirare dal commercio tutti i deodoranti casalinghi che rilasciano benzene e formaldeide, di sottoporre l’intera categoria di articoli a prove d’uso e di obbligare i produttori a segnalare in etichetta allergeni e irritanti.

DIFFUSORI GEL - PEGGIORI

MARCHIOPRODOTTOINQUINANTI
Air WickDecosphere Vanilla & OrchidèeBenzene, irritanti, allergeni e sostanze sospette cancerogene
GladeGel lavanda e violettaIrritanti, allergeni, muschi artificiali, dietilftalato e sostanze sospette cancerogene
Ambi purOdysseyFormaldeide, eteri di glicole, allergeni, e sostanze sospette cancerogene
Compagnia delle indieProfumi d’oriente

Fragranze new age

Irritanti, allergeni, eteri di glicole e sostanze sospette cancerogene

INTERVISTA AL TECNICO DI JOHNSON WAX ITALIA

 

"Test di sicurezza? Da noi mai fatti"

GLI INDUSTRIALI SORPRESI E PREOCCUPATI SI DICHIARANO PERÒ APERTI AL DIALOGO.

L’accusa di produrre deodoranti per interni pericolosi per la salute umana, e potenzialmente cancerogeni, alle aziende proprio non va giù. Di fronte ai dati sconcertanti del test europeo si mostrano sorprese e preoccupate. Attraverso la posizione unica di Assocasa, l’Associazione nazionale prodotti per la casa che le rappresenta in Italia, sollevano dubbi sulla modalità con cui sono state eseguite le misurazioni dei livelli di concentrazione dei composti organici volatili trovati nell’aria, ma poi si dichiarano disponibili ad aprire un dialogo con consumatori e istituzioni. Anche loro si chiedono da dove possono provenire gli inquinanti rilevati nelle esalazioni dei loro prodotti, pur confessando un grave difetto di negligenza: non aver mai eseguito prove d’uso per valutarne la sicurezza. "Prove di sicurezza simili a quelle fatte dalle associazioni dei consumatori, dai produttori non vengono mai eseguite", conferma Massimiliano Branchini, responsabile tecnico della Johnson Wax Italia, proprietaria del marchio Glade. E aggiunge: "Di solito prima di mettere i deodoranti in commercio si realizzano controlli e verifiche solo sulle formule. Il prodotto in uso viene provato solo per verificarne la performance, l’efficacia, la durata. Per i diffusori elettrici i controlli sono sull’impianto del dispositivo elettrico".

L’impatto sulla salute e sull’ambiente degli effluvi profumati, dunque, non rientra nelle preoccupazioni immediate delle aziende, ma perché avvelenare i deodoranti aggiungendo nelle formulazioni benzene e formaldeide, due sostanze la cui cancerogenicità è accertata? "La formaldeide è un conservante economico ed efficace, ma quasi più nessuno la usa", assicura Branchini. "Si ricorre piuttosto ai suoi precursori, come si fa con i cosmetici, perché le concentrazioni di formaldeide che rilasciano sono molto più basse. Per quanto riguarda il benzene, invece, è bene ricordare che la sua immissione in commercio è vietata, dal momento che è classificato come Cmr2. La presenza di tracce, però, è tollerata nella materia prima fino alla soglia di una parte per milione (lppm). Nei deodoranti per interni e nelle candele profumate potrebbero essere trovate delle impurità perché i solventi e le paraffine utilizzate per produrli sono derivati del petrolio, che a sua volta naturalmente contiene benzene".

In effetti, nei diffusori non può finire qualunque cosa. Seppur inadeguate per garantire la salute dei consumatori, infatti, esistono due direttive europee che regolamentano il settore: la 67/548/CE sulle sostanze pericolose, arrivata al suo diciannovesimo aggiornamento, e la 1999/45/CE sui preparati pericolosi. La normativa in vigore per i deodoranti casalinghi è molto meno rigorosa di quella che riguarda i cosmetici e in più soffre delle stesse anomalie. Una sostanza considerata un possibile disturbatore endocrino dannoso per il sistema riproduttivo, come il dietilftalato o dep, per esempio, può finire in un deodorante per la casa o in un profumo perché le norme italiane ne facilitano involontariamente l’uso. Tra le denaturazioni standard dell’alcol etilico a cui si può far ricorso per pagare meno tasse, se non si ha intenzione di produrre bevande alcoliche, la legge ne prevede per esempio una a base di dietilftalato.

DIFFUSORI ELETTRICI E CANDELE - PEGGIORI

MARCHIOPRODOTTOINQUINANTI
Air WickMobil’ Air “vanilla &Orchidea”Formaldeide, eteri di glicole, allergeni e sostanze sospette cancerogene
GladeCircul’Air Orient nightFormaldeide, dietlftalato, allergeni e sostanze sospette cancerogene
Ambi purHarmony (Vanilla &giglio)Formaldeide, eteri di glicole, allergeni e sostanze sospette cancerogene
AuchanProfumo marinoFormaldeide, eteri di glicole, allergeni e sostanze sospette cancerogene
Air WickMagic candle

“Spice &cinnamon”

Irritanti, allergeni e sostanze sospette cancerogene

 

ANCHE DA NOI: BASTONCINI D’INCENSO I PIU’ TOSSICI

Tra i prodotti destinati alla profumazione degli ambienti interni, i bastoncini d’incenso sono risultati i più tossici di tutti. L’associazione di consumatori francesi "Que choisir" ne ha testato due confezioni che non sono in commercio in Italia, ma che assomigliano molto a quelle che troviamo in vendita anche nel nostro paese sulle bancarelle o sugli scaffali di negozietti e supermercati. Il risultato è preoccupante. I fumi esalati dalle stecche che bruciano contengono altissime concentrazioni di inquinanti. Ushuaia fleur de vanille, per esempio, su un’emissione di 1.725 mg/m3 di dietilftalato e 69 mog/m3 di formaldeide.

Oltre a subire le conseguenze dovute all’aumento del tasso di anidride carbonica e di polveri fini presenti rnnell’aria, a causa della combustione del bastoncino, chi utilizza l’incenso in questa forma paga lo scotto di non avere informazioni né garanzie

RAFFAELLA DAGHINI